Parto Naturale, Ecco tutto quello che devi Sapere

Il parto naturale è un parto senza alcun intervento medico indotto, in particolare l’anestesia. Il parto naturale viene praticato fin dai primordi e spesso viene preferito a quello indotto, ovvero quello realizzato sotto effetto di anestesia epidurale. Il parto naturale cerca di minimizzare, quindi, l’intervento medico, in particolare l’uso di farmaci anestetici e interventi chirurgici quali episiotomie, pinze e strumentazione chirurgica e sezioni cesaree.

Il parto naturale si verifica quando il feto nasce per espulsione spontanea o estrazione strumentale. Il termine “parto naturale” è stato coniato dal medico Grantly Dick-Read dopo la pubblicazione del suo libro “Il parto naturale” negli anni trenta.

Dolore e dilatazione durante il parto naturale

Il parto naturale ha inizio se si verificano sintomi come:

  • Pressione aumentata nell’utero
  • Un cambiamento dei livelli di energia
  • Una scarica sanguinosa di muco
  • Quando le contrazioni diventano regolari e sono dolorose.

Il parto naturale è  suddiviso in tre fasi. La prima fase include l’inizio del travaglio attraverso la completa dilatazione della cervice. Questa fase è ulteriormente suddivisa in tre tempi.

  1. Questa è normalmente la fase più lunga e meno intensa del parto naturale; chiamata anche fase prodromica, questo periodo include la preparazione e la dilatazione della cervice a 3-4 cm. Può verificarsi in diversi giorni, settimane o poche ore. Le contrazioni variano in questa fase da un grado d’intensità molto lieve a molto forte, con intervalli regolari o irregolari. Altri sintomi durante questa fase possono comprendere mal di schiena, crampi e scariche di muco.
  2. La seconda fase del parto, definita fase dilatante, si verifica quando la cervice si dilata dai 3-4 cm iniziali sino a dilatazione completa (10 cm). Le contrazioni diventano più forti e la durata di questa fase può variare in base a vari fattori e da donna a donna, ma generalmente non supera le 18 ore, che divengono 12 in caso di secondo parto.
  3. La terza fase è molto più intensa e ne deriva un forte aumento delle contrazioni. L’intensità aumenta man mano che l’espulsione del bambino si avvicina e le contrazioni si verificano a distanza di circa due o tre minuti e con una durata media di 60/90 secondi. Gli ultimi 3 cm di dilatazione avviene, di solito, in un periodo di tempo molto breve.

La seconda fase del parto naturale, viene definita fase espulsiva e la cervice è completamente dilatata. Alcune donne possono sentire l’impulso di spingere subito dopo il completamento della dilatazione.

A differenza della fase di dilatazione, che può durare ore, la fase di espulsione richiede solitamente meno di una o due ore. Comincia, perciò, con la cervice completamente dilatata e con l’espulsione vera e propria del feto. Durante questa fase, le contrazioni raggiungono l’intensità massima e spingono il feto fuori dall’utero, attraverso la cervice e lungo il canale del parto.

La nascita non è altro che l’arrivo del feto nel mondo esterno, che a questo punto viene definito neonato.

Travaglio

La fase dilatante del parto naturale, altro non è che l’inizio del travaglio, ovvero il momento di correre in ospedale. Nel travaglio, le contrazioni divengono più regolari e dolorose e si verificano con intervalli costanti di circa ogni 5 minuti e per 40-60 secondi. Proprio come la gravidanza è diversa per ogni donna, i sintomi del travaglio e la durata sono variabili.

L’Anestesia Epidurale

L’anestesia epidurale è il metodo più popolare per alleviare il dolore durante il travaglio. Le donne richiedono un’epidurale come efficace metodo di sollievo dal dolore e più del 50% delle partorienti utilizza questo sistema. L’anestesia epidurale è un’anestesia regionale che blocca il dolore in una particolare zona del corpo. L’obiettivo di questo metodo è quello di fornire analgesia, o sollievo dal dolore, anziché anestesia, che porta alla totale mancanza di sensazione. Gli epidurati bloccano gli impulsi nervosi dai segmenti spinali inferiori, ciò determina una diminuzione delle sensazioni nella metà inferiore del corpo.

I medicinali epidurali rientrano in una classe di farmaci chiamati anestetici locali, spesso iniettati in combinazione con oppiacei o narcotici. Questo produce sollievo dal dolore con effetti minimi e possono essere usati in combinazione con epinefrina, morfina o clonidina per prolungare l’effetto epidurale o per stabilizzare la pressione sanguigna della madre.

Viene inserito un ago nell’area che circonda il midollo spinale nella parte inferiore della colonna vertebrale e successivamente, un piccolo tubo o un catetere viene inserito attraverso l’ago nello spazio epidurale. L’ago viene quindi accuratamente rimosso, lasciando il catetere in posizione per fornire il farmaco sia tramite iniezioni periodiche o ad infusione continua ogni due ore. Generalmente, questa procedura dura circa 10 minuti e la decisione, sul praticarla o meno, deve essere presa negli ultimi 3 mesi di gravidanza.

Espulsione del neonato

Nella fase espulsiva del bambino, la testa e le spalle devono attraversare una sequenza specifica di manovre per passare attraverso il collo dell’utero. Il diametro più largo della testa del bambino è passato al di sotto del livello dell’ingresso pelvico. La testa continua, quindi, a scendere nel bacino, sotto l’arco pubico, e viene espulsa attraverso la vagina. Questa fase è raggiunta dagli sforzi materni nella spinta. L’espulsione completa del bambino segnala il successo e la fine di questa fase. A questo punto, la donna può sentire una sensazione bruciante o torpida.

La terza fase del parto naturale è quella relativa all’espulsione della placenta. Il tempo medio dal parto fino alla completa espulsione della placenta è di circa 10-12 minuti, salvo complicazioni. L’espulsione placentare può essere gestita attivamente, tramite l’assunzione di farmaci uterotonici, come l’ossitocina, insieme ad una appropriata manovra per espellere la placenta, realizzata da un medico o un’ostetrica.

Subito dopo l’espulsione del feto, il cordone ombelicale che collega il feto alla placenta, viene tagliato all’altezza di circa 10 cm e chiuso con una molletta.

parto naturale

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Il dolore durante un parto naturale

Poichè l’utero è un organo muscolare che si contrae con forza durante il parto, queste contrazioni sono la fonte primaria del dolore di un parto naturale. La soglia del dolore dipende da una varietà di fattori, tra cui l’intensità delle contrazioni che aumentano durante il travaglio, la dimensione e la posizione del bambino e la velocità con cui si susseguono le 3 fasi.

Una combinazione di fattori genetici e di esperienze di vita determina la soglia del dolore, o la capacità di sopportare il dolore. Il sostegno sociale (o la mancanza), la paura, l’ansia e, anche, episodi di parto di cui hai sentito parlare, possono modificare la percezione del dolore.

I vantaggi del parto naturale

  • I vantaggi emotivi di avere un parto naturale sono i più importanti e possono essere enormi. Il parto naturale è quasi sempre un’esperienza meravigliosa per le donne.
  • Libertà di movimento: il movimento è un aspetto molto importante del sollievo dal dolore in un parto naturale e può accelerare i tempi della nascita. Una madre in anestesia epidurale perde questi benefici.
  • Dolore più sopportabile: anche se sembra contraddittorio, uno dei maggiori vantaggi del parto naturale è la percezione di meno dolore.

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