Quinta Malattia in Gravidanza

La quinta malattia in gravidanza è sicuramente una patologia molto temuta da tutte le donne in dolce attesa, che di certo preferirebbero evitare una situazione di questo genere. Scopriamo insieme di cosa si tratta, come si manifesta, come è possibile prevenirla e di conseguenza curarla.

Conosciuta anche col nome di eritema infettivo, la quinta malattia è un’infezione virale che spesso colpisce i bambini fino ad un’età di 15 anni. Nella maggior parte dei casi, i ragazzi che ne sono affetti non subiscono conseguenze durature e sostanziali. La situazione peggiora se questa malattia viene associata alla gravidanza, nonché a vari problemi che coinvolgono il sistema immunitario e all’anemia. Tuttavia, ci concentriamo proprio sui nove mesi durante i quali una donna porta nel suo grembo il proprio nascituro. In generale, il parvovirus B19 che provoca la nascita di questa patologia è diffuso su scala mondiale e in tutti i periodi dell’anno, anche se soprattutto in nella fase finale dell’inverno e in quella iniziale della primavera.

I Sintomi

I sintomi della quinta malattia in gravidanza iniziano a diffondersi in seguito ad un contagio. Anche un semplice colpo di tosse o starnuto può rivelarsi pericoloso in questo senso. Tuttavia, la sua manifestazione è generalmente molto lieve e numerose persone quasi non si accorgono di contrarre tale malattia, specialmente i più giovani. Al tempo stesso, essa può uscire fuori mediante i sintomi del raffreddore, della febbre con decimi e con la cefalea. Le guance tendono a diventare molto rosse, in una situazione che può propagarsi anche per il resto del corpo. Le altre parti più colpite dall’arrossamento sono gli arti inferiori e superiori, ma neanche il tronco è totalmente immune da tale manifestazione. Infine, non bisogna lasciare in secondo piano i gonfiori e i dolori alle articolazioni.

Come prevenire la quinta malattia in gravidanza

Vediamo come ci si deve muovere per ridurre al minimo i rischi derivanti da una quinta malattia in gravidanza. Prima di tutto, è necessario lavarsi le mani con acqua e sapone in maniera molto frequente durante la giornata, specialmente dopo un colpo di tosse o uno starnuto. Ogni contatto con i liquidi del corpo va evitato in qualsiasi modo, specialmente se si ha a che fare con i bambini. Anche l’utilizzo di stoviglie separatepuò risultare molto utile per tale scopo preventivo. È necessario evitare ogni sorta di contatto con persone già affette dalla quinta malattia, mentre se si ha a che fare con un qualsiasi sintomo è preferibile restare a casa propria. In ogni caso, è preferibile consultare il proprio medico e ricevere tutte le informazioni relative ad eventuali pericoli per il feto, in modo da rendere la propria gravidanza un po’ più tranquilla e serena.

Le cure per una patologia molto fastidiosa

Purtroppo in alcuni casi la prevenzione non basta. La quinta malattia in gravidanza va curata a dovere per evitare che causi danni al nascituro. I veri rischi si riscontrano soprattutto nel corso dei primi sei mesi, dato che il bambino potrebbe essere soggetto ad anemia al momento della sua futura nascita. In generale, durante i nove mesi, è consigliabile sottoporsi ad una periodica ecografia e verificare lo stato del feto, evitando rischi anche di un’elevata entità.

Se il piccolo nasce anemico, una valida misura riguarda la trasfusione fetale in utero. In pratica, il sangue viene iniettato al feto mediante il cordone ombelicale. Un’operazione piuttosto delicata ed invasiva, che però dovrebbe essere effettuata soltanto dopo una serie di attente analisi ecografiche. Nella maggior parte dei casi, l’idrope si risolve in maniera spontanea e senza la necessità di alcun intervento.

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