Come Calcolare la Data Presunta del Parto

Come calcolare la data del parto? Una domanda che si pongono diverse future mamme, non solo per curiosità ma anche per prepararsi nel migliore dei modi da un punto di vista logistico ed organizzativo al grande evento. Conoscere la data del parto orientativamente non è molto difficile, è sufficiente eseguire un piccolo calcolo matematico. Innanzitutto bisogna ricordare la data dell’ultimo ciclo mestruale, magari segnandoselo su un’agendina o su una cartella nel computer.

Partendo dall’ultimo ciclo mestruale è necessario calcolare 40 settimane, cioè la durata media di una gravidanza. Tra il concepimento del bebè e la nascita passano più o meno 266 giorni, circa 38 settimane, alle quali bisogna aggiungerne altre 2 poiché l’ovulazione inizia 15 giorni dopo le mestruazioni. Naturalmente non si tratta di una data precisa, ma orientativamente il bambino dovrebbe nascere in quel periodo, magari qualche giorno prima o qualche giorno dopo.

Gravidanza Extrauterina: Sintomi e Conseguenze

Una gravidanza extrauterina è una gravidanza “anomala”, ovvero, si sviluppa al di fuori del tessuto interno dell’utero, per cui, un ovulo fecondato si posiziona e tende a svilupparsi in altre zone del corpo diverse dalla cavità uterina. La grande maggioranza (circa il 95%) delle gravidanze extrauterine si sviluppa nelle tube di Falloppio; tuttavia, è possibile che si sviluppino in altre zone del corpo, come l’ovario, la cervice e la cavità addominale.

Una gravidanza extrauterina, chiamata anche gravidanza ectopica, interessa circa 1 su 60 donne in età fertile. Il termine “ectopica” deriva dal greco “ektopis” che significa “spostamento” (“ek”, fuori da “topos”, luogo = fuori luogo). La prima persona che utilizzò il termine “ectopica” in un contesto medico, fu l’ostetrico inglese Robert Barnes (1817-1907) che lo applicò al suo primo caso di gravidanza extrauterina.

In caso di concepimento, l’ovaio rilascia un ovulo maturo nelle tube di Falloppio, dove rimane per circa 24 ore; lì deve entrare in contatto con uno spermatozoo per essere fecondato. L’ovulo fecondato rimane nelle tube per 3 o 4 giorni prima di dirigersi verso l’utero, dove s’impianta alla parete uterina e continua a crescere fino a divenire un feto in formazione. Ma se l’ovulo fecondato dovesse impiantarsi nelle tube o in altre zone limitrofe del corpo, tende a definirsi quella situazione definita gravidanza ectopica. In questi casi, la gravidanza non può continuare normalmente e richiede un trattamento di emergenza.

Temperatura Basale in Gravidanza

La temperatura corporea basale è quella temperatura del corpo che viene misurata in condizione “basale” ovvero al mattino, appena sveglie, quindi, prima di iniziare la giornata con varie attività. La temperatura basale può essere utilizzata per controllare i giorni fertili, per identificare il giorno della tua ovulazione, per utilizzare metodi naturali di contraccezione e per verificare la presenza di un’eventuale gravidanza.

Se la temperatura basale rimane alta per 18 giorni o più dopo l’ovulazione, questo potrebbe essere il primo segnale di un’eventuale gravidanza in atto; infatti, la temperatura rimane alta durante tutta la gravidanza. Controllare la temperatura basale per 2-5 giorni, se è alta (tra i 37,2 e i 37,4 gradi), potrebbe esserci la presenza di una gravidanza (possibilità del 98% per cicli mestruali regolari e possibilità del 48% per periodi irregolari).

Come misurarla

Utilizzando il metodo della temperatura basale è possibile identificare un leggero calo prima dell’ovulazione e, quindi, un aumento di circa 0,5 gradi dopo l’ovulazione. La temperatura, poi, rimane alta fino al successivo periodo mestruale, quando scenderà nuovamente, per avviare nuovamente il ciclo. La temperatura basale è misurata verificando la temperatura in modo uguale ogni mattina non appena sveglia e prima di fare qualsiasi altra cosa (incluso andare alla toilette, bere una tazza di caffè, ecc.). È possibile tracciare la temperatura su un grafico apposito.

Calcolare le Settimane di Gravidanza, Ecco Come Farlo Correttamente

Care mamme o future mamme, come avrete modo di capire o come probabilmente saprete già in  base alla vostra esperienza, la gravidanza è un percorso fondamentale che ogni donna affronta in maniera del tutto personale. “Di che mese sei?” è la domanda che più viene pronunciata quando ci si rivolge a una donna incinta. Oggi andremo a scoprire insieme uno degli aspetti più importanti dello stato interessante, che è legato al calcolo settimane di gravidanza.

Sì, non è un errore, parliamo proprio di settimane, perché parlare di mesi non è mai troppo corretto. Il valore che è opportuno considerare per essere il più precisi possibile è quello legato al ragionamento dei medici, che analizzano questo percorso settimanalmente.

Questo perché le settimane durano sempre sette giorni, ma la lunghezza dei mesi può invece variare e non resta costante. Se cerchi quindi maggiori informazioni e dettagli su questo tipo di argomento ti consigliamo di prenderti qualche minuto del tuo tempo per poter leggere questa guida e scoprire insieme a noi perché sia più corretto parlare di settimane. Partendo da questo aspetto impareremo anche a capire come i medici vadano a stabilire non solo l’epoca gestazionale ma anche la data del parto. Non perdiamo altro tempo e vediamo come calcolare le settimane di gravidanza!

Gravidanza: perché settimane e giorni sono importanti?

Inizia subito a pensare a una cosa: non fare riferimento a una gravidanza che dura 9 mesi, ma abituati a prendere il tuo calendario e pensare a 10 mesi lunari, che corrispondono a circa 40 settimane. In linea generale una gravidanza fisiologica più concludersi tra le 37 e 42 settimane.

Generalmente si pensa che la gravidanza prenda inizio nel preciso momento in cui avviene il concepimento; vero, anche se è più un concetto teorico, perché è bene precisare che le settimane di gravidanza si contano a partire dal primo giorno delle ultime mestruazioni. Considerando questo dato si va a prendere come punto di riferimento un giorno che anticipa di almeno due settimane l’effettiva fecondazione.

Grazie a questo metodo si cerca sempre di massimizzare il livello di precisione: è vero che non si può mai avere una data certa del preciso istante in cui avviene l’incontro fra spermatozoi e ovulo, ma sarà sufficiente fare riferimento proprio all’inizio dell’ultimo flusso mestruale. E’ così che si spiega il grande arcano, che porta la maggior parte delle donne a scoprire la propria maternità quando è già arrivata almeno alla quarta o quinta settimana.

Sintomi di Gravidanza, Ecco quali sono quelli dei Primi Giorni

In alcune situazioni può non essere facile riconoscere quali siano i segnali lanciati dal nostro corpo, soprattutto quando si parla di gravidanza. Non perché sia difficile riconoscerli, ma bensì perché si tende a non far caso alle comunicazioni che riceviamo. Alcune donne vanno a confondere i sintomi di gravidanza con quelli del periodo premestruale. Ma vi sono alcuni segnali fondamentali che dovrai abituarti a riconoscere, prima ancora di verificare il tutto con un test di gravidanza.

I Primi sintomi

I sintomi più comuni dei primi giorni di gravidanza possono essere:

  • Ritardo del ciclo mestruale;
  • Seno sensibile o gonfio;
  • Perdite di sangue (piccole quantità);
  • Fame;
  • Sensibilità spiccata verso gli odori;
  • Capezzoli con colorazione più scura;
  • Nausea mattutina;
  • Sintomo perenne della pipì.

Tutte, o quasi tutte, le gravidanze iniziano con una semplice domanda: “mi è venuto il ciclo?”. Vediamo nello specifico che cosa riserva ognuno di questi sintomi.

Diagnosi e terapia dell’infertilità maschile

La diagnostica ormonale prevede il dosaggio di alcuni ormoni quali FSH, LH, Testosterone totale, cui si può aggiungere l’Inibina B, la prolattina (PRL), l’estradiolo (E2), l’SHBG e lo studio della funzione tiroidea (TSH ed fT4).

Inoltre, è fondamentale l’utilizzo dell’ecocolordoppler scrotale o testicolare, esame non invasivo, che permette di valutare in maniera completa tutte le caratteristiche dei testicoli, di riconoscere patologie responsabili di infertilità e di individuare patologie interferenti con la salute generale del paziente, come lesioni testicolari sospette e non palpabili. Permette inoltre di valutare l’eventuale presenza di varicocele, un’altra causa frequente di infertilità.

Bisogna ricordare, infine, che circa il 30% dei casi di infertilità maschile è idiopatica poichè non è possibile identificarne una causa. I fattori coinvolti possono essere esterni, quali lo stile di vita, l’alimentazione e l’inquinamento ambientale, oppure legati alla persona, ad esempio infezioni croniche, cause genetiche non note, varicocele subclinico.

Acido Folico in Gravidanza

L’acido folico è una sostanza amica della tua gravidanza! L’assunzione di vitamine prenatali in combinazione ai 400 microgrammi raccomandati di acido folico prima e durante la gravidanza può aiutare a prevenire i difetti di nascita del cervello e del midollo spinale del neonato. Assumerlo ogni giorno e continuare il trattamento fin dopo la gravidanza, aiuta anche a fortificare il tuo corpo.

Cos’è l’acido folico

L’acido folico o acido pteroil glutammico, vitamina B9, vitamina M o folacina è, quindi, una vitamina del gruppo B chiamata folato. Il folato svolge un ruolo importante nella produzione di globuli rossi e aiuta il tubo neurale del tuo bambino a svilupparsi nel suo cervello e nel midollo spinale. Le migliori fonti alimentari di acido folico sono i cereali fortificati e i folati si trovano naturalmente in verdure scure e agrumi.  L’acido folico non è biologicamente attivo, ma la sua importanza biologica è dovuta alla presenza di tetraidrofolato e ad altri derivati dopo la sua conversione in acido diidrofolico nel fegato.

Bonus Bebè 2017 e Assegno di Natalità, Ecco come Ottenerlo

Il bonus bebè è un contributo economico, istituito dall’articolo 1, commi 125-129, legge 23 dicembre 2014, n. 190, per sostenere le spese che le famiglie affrontano nei primi anni di vita dei bambini.

A chi è rivolto

L’assegno di natalità, detto anche bonus bebè, può essere richiesto da tutti i nuclei familiari che hanno avuto un figlio o l’hanno in affido preadottivo o adottato nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Tra i requisiti richiesti, per usufruire di questa misura, c’è il valore dell’ISEE che deve essere non superiore a 25 mila euro. Tale beneficio non va confuso con il bonus nascita o il bonus mamma domani, detto anche premio nascita. Questo è un assegno di 800 euro che viene erogato una sola volta a tutte le donne che ne fanno domanda a partire dal settimo mese di gravidanza e che hanno adottato o preso in affido un bambino dal 1 gennaio 2017 e non ha limiti di reddito.

Il ruolo dei consultori familiari

Il ruolo dei consultori familiari sul territorio  e nella tutela della fertilità maschile e femminile.

I consultori familiari, istituiti con Legge 29 luglio 1975, n. 405, sono strutture organizzative dei Distretti.In Italia ne abbiamo circa 2.000, uno ogni 25.000 abitanti, e si possono considerare come servizi socio-sanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna e dell’età evolutiva.

Test di Gravidanza: Tutto quello che devi Sapere

Il test di gravidanza è un semplice test che puoi fare comodamente a casa tua che ti consente di sapere se sei incinta o meno. Questo test ha solitamente una elevata attendibilità anche se non è assoluta, e dipende anche da quanti giorni dopo in presunto concepimento viene effettuato. E’ un test fai da te molto semplice da fare e che consente di ottenere la risposta in pochi minuti.

Alternative al test fai da te possono essere gli esami delle urine o del sangue fatti in laboratori specializzati o in ospedale.

Quando fare il test di gravidanza

Il momento ideale per fare il testo è da dopo il quarto giorno di ritardo del ciclo, eseguire infatti il test prima del presunto ritardo potrebbe fornire un risultato che è un falso negativo (ovvero potresti essere effettivamente incinta anche se il risultato del test è negativo perchè esso viene effettuato quando non è ancora in grado di evidenziare la positività dello stato di gravidanza). Il test fallisce perchè fatto troppo presto, se credi di essere incinta e non vuoi aspettare il quarto giorno di ritardo puoi ripetere il test in questo periodo anche se quello precedente è risultato negativo.

Calcolo Fertilità: Scopri Come Calcolare il Periodo Fertile

Calcolare il periodo fertile è di fondamentale importanza se vuoi incrementare la tua probabilità di rimanere in cinta. Il periodo fertile infatti è quello in cui le donne hanno maggiori probabilità di rimanere in cinta e quindi il calcolo della fertilità di può aiutare se sei alla ricerca di una gravidanza.

Il metodo più utilizzato per effettuare questo calcolo è quello di Ogino Knaus e consente di calcolare con buona precisione i giorni in cui avviene l’ovulazione. Per fare ciò è necessario conoscere la data dell’ultima mestruazione e la durata media del tuo ciclo per scoprire quali sono i giorni fertili, ovvero quei giorni in cui hai maggiori probabilità di ottenere una gravidanza.

Calcolo del Periodo Fertile

Per calcolare i giorni fertili il metodo più semplice, ma non molto preciso, per farlo è quello di considerare come il periodo di massima fertilità quello che si trova a metà tra un ciclo mestruale e l’altro. Infatti l’ovulazione mediamente avviene tra il 14 ed il 15 giorno successivi l’inizio del flusso mestruale e quindi 14 giorni prima dell’inizio del ciclo successivo. Tale ragionamento però è molto approssimativo perchè si può applicare solamente a quelle donne che hanno un ciclo molto regolare ma che può subire naturalmente anche delle importanti variazioni da persona a persona.

Una coppia su 5 ha difficoltà ad avere figli. Parliamone!

Oggi nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 15-20% delle coppie viene colpita da infertilità e sono in continuo aumento le persone (oltre 300 milioni) che si ammalano per una malattia sessualmente trasmissibile. Anche nel nostro Paese, quasi una coppia su cinque ha problemi di infertilità, 20 anni fa era circa una su dieci.

Circa il 40% delle cause di infertilità riguarda la donna, l’altro 40% l’uomo e un 20% la coppia.

Terapie oncologiche e fertilità

Un problema emergente nei pazienti oncologici è rappresentato dall’infertilità secondaria ai trattamenti antineoplastici che, unita al fatto che l’età della prima gravidanza tende ad essere intorno ai 35-40 anni, fa sì che sia in costante aumento il numero delle donne e degli uomini che non hanno avuto figli al momento della diagnosi oncologica. Il miglioramento delle terapie ha portato ad un aumento della sopravvivenza di questi pazienti ed alla necessità di porre attenzione alla tutela della fertilità futura.
La preservazione della fertilità è oggi possibile mediante diverse strategie; è una sfida culturale che richiede da parte del medico conoscenza, consapevolezza e corretta comunicazione.

Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati almeno 30 nuovi casi di tumore in pazienti di età inferiore ai 40 anni, pari al 3% della casistica generale (stima AIRTUM 2012), contando 7828 nuovi casi, nel 2010, con netta prevalenza per il sesso femminile (4897 donne vs 2931 maschile).

Endometriosi

L’endometriosi è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero e può interessare la donna già alla prima mestruazione (menarca) e accompagnarla fino alla menopausa.

Circa il 5% delle donne in periodo fertile è affetto da malattia endometriosica. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse.

La procreazione medicalmente assistita (PMA)

Le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) si utilizzano per aiutare le coppie in cui il concepimento non avviene spontaneamente e rappresentano un’opzione per il trattamento della sterilità. Possono facilitare e risolvere alcuni fattori di sterilità, meccanici o non, ma non possono correggere il danno ovocitario (qualitativo e quantitativo) correlato all’età femminile e quindi non sono in grado di garantire un bambino.

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), comunemente detta “fecondazione artificiale”, è l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati.

La fertilità è un bene prezioso

Il ruolo dei consultori familiari sul territorio  e nella tutela della fertilità maschile e femminile.

I consultori familiari, istituiti con Legge 29 luglio 1975, n. 405, sono strutture organizzative dei Distretti.In Italia ne abbiamo circa 2.000, uno ogni 25.000 abitanti, e si possono considerare come servizi socio-sanitari integrati di base, con competenze multidisciplinari, determinanti per la promozione e la prevenzione nell’ambito della salute della donna e dell’età evolutiva.

Tra i loro compiti i consultori familiari hanno lo scopo di assicurare:

  • l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
  • l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana, nonché alle tecniche di procreazione medicalmente assistita;
  • l’informazione sulle procedure per l’adozione e l’affidamento familiare.

Consulta la mappa dei consultori  http://www.salute.gov.it/portale/donna/consultoriDonna.jsp?lingua=italiano&id=4524&area=Salute%20donna&menu=consultori

Il quadro normativo sulla tutela della fertilità

I principi costituzionali in tema di maternità e famiglia assumono un rilievo molto importante in riferimento all’individuazione da parte del legislatore degli strumenti volti a far fronte al problema sociale dell’infertilità e della sterilità ed anche alla fecondazione assistita.

Viene anzitutto in considerazione l’art. 31 Cost., secondo cui “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia” (I comma) e “Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo” (II comma). Il primo comma impone alla Repubblica di assicurare protezione alla famiglia nel momento della sua formazione. Il secondo comma, più specificamente, impone alla Repubblica di assicurare la tutela della maternità. L’utilizzo, nella norma, del termine “Repubblica”, ha un significato particolare: attraverso questa espressione, infatti, si è inteso vincolare al dovere di protezione della famiglia e della maternità tutte le istituzioni che compongono l’ordinamento italiano, ovvero, stando all’art. 114 Cost., lo Stato, le Regioni e gli altri enti locali.

Non mandare gli spermatozoi in fumo

Fumare danneggia il nostro organismo. Per non riportare qui l’ennesimo bollettino di guerra sui morti per cancro al polmone (uomini e donne), ci concentriamo sui danni che il fumo può causare alla fertilità.

I dati dicono infatti che circa il 13% dell’infertilità femminile dipende dal fumo, che danneggia le ovaie, può anticipare il periodo della menopausa e aumenta l’incidenza di osteoporosi.

Anche gli uomini sono a rischio: il fumo compromette il processo di produzione degli spermatozoi, la loro concentrazione, la motilità (capacità di muoversi), la vitalità e la morfologia. E le sigarette possono mandare in crisi anche la virilità: sono infatti tra i maggiori colpevoli delle disfunzioni sessuali, soprattutto per gli under 40.

Dai il giusto peso alla tua fertilità

Occhio alla bilancia! Per un futuro fertile.
“Il troppo stroppia”, anche per quanto riguarda la fertilità. Obesità, eccessiva magrezza, poca o troppa attività sportiva: sono requisiti che possono incidere negativamente sulla salute, anche quella riproduttiva.

L’obesità, ad esempio, può compromettere lo sviluppo sessuale. Il grasso corporeo tende infatti ad accumulare estradiolo, un ormone femminile che induce un precoce sviluppo. All’aumentare del peso, i cicli mestruali diventano sempre più irregolari fino a un possibile scompenso della funzione riproduttiva nel giro di pochi anni. Al contrario, nelle ragazze fortemente sottopeso, possono invece scomparire le mestruazioni (amenorrea), per una carenza estrogenica.
Anche un’intensa attività sportiva, non compensata da un’adeguata alimentazione, può determinare questa conseguenza (si parla in questo caso di “triade dell’atleta”).

L’importanza della diagnosi precoce del varicocele

Il varicocele è una patologia varicosa che interessa molti uomini ed è caratterizzato dalla dilatazione ed incontinenza delle vene testicolari (o spermatiche). Può portare a problemi di sviluppo del testicolo e di infertilità. Per questo la diagnosi precoce è fondamentale. L’autopalpazione dei testicoli e la visita andrologica, con i successivi accertamenti, ne permettono la diagnosi ed il corretto inquadramento, necessario per valutare la necessità del trattamento.

Il varicocele, anomala dilatazione varicosa delle vene del testicolo, colpisce circa il 10-20% della popolazione maschile ed è piuttosto comune negli uomini con problemi di fertilità, dove è presente nel 30-40% dei casi. Inizia a manifestarsi più frequentemente nell’età dello sviluppo puberale, tra gli 11 e i 16 anni e interessa soprattutto il testicolo sinistro.

Sballato. Dopato. Fumato. Fertile?

Alterazione del desiderio sessuale, diminuzione del volume dei testicoli, alopecia, compromissione della capacità riproduttiva: ecco alcuni danni provocati dall’assunzione di doping.

Questi effetti nocivi possono diventare stabili e costituire un serio pericolo per la salute negli uomini che assumono sostanze dopanti per lunghi periodi, e non a fini terapeutici.

Nelle femmine si determina invece uno stato di virilizzazione con aumento dei peli (irsutismo), modificazioni della voce, calvizie, diminuzione dei seni o aumento delle dimensioni del clitoride, alterazioni del ciclo mestruale e infertilità.
Sospendendo l’assunzione di doping alcune modificazioni sono reversibili, altre permangono nel tempo.

Prevenzione, igiene e rapporti sessuali protetti

Le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) costituiscono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che interessano, a livello globale, milioni di individui ogni anno e la loro prevenzione rappresenta oggi uno degli obiettivi di sanità pubblica a più alta priorità. I giovani tra 15 e i 24 anni rappresentano la fascia di età molto più esposta allo sviluppo di queste patologie.

L’incidenza delle IST nel mondo è in continuo aumento, grazie anche alla maggiore mobilità e all’aumentata tendenza ad avere rapporti sessuali con più partners. Sottogruppi di popolazione particolarmente suscettibili sono: le donne, per la struttura anatomica dell’apparato genitale più complessa e più favorevole all’insediamento dei patogeni; gli adolescenti, con tessuti genitali ancora immaturi e più recettivi; gli individui con stati di grave deficienza immunitaria.