Essere mamma rappresenta indubbiamente una delle esperienze più belle che una donna possa mai provare nella propria vita. Nonostante infatti la gravidanza sia comunemente un periodo piuttosto duro da affrontare (a causa dei problemi che comporta come nausee, pesantezza, gambe gonfie, spossatezza), essa è ricordata sempre con grande affetto dalle mamme che si apprestano ad accogliere la nascita di una nuova vita.
Durante il periodo della gravidanza però ci sono degli accorgimenti che non bisogna assolutamente sottovalutare tra cui delle visite mediche che consentono di verificare lo stato di salute del piccolo. Uno degli esami più importanti e frequenti che vengono effettuati negli ultimi tempi è l’amniocentesi. Si tratta sostanzialmente di una diagnosi medica che serve a certificare la presenza di eventuali malattie genetiche nel bambino come ad esempio la sindrome di Down, la fibrosi cistica, la sindrome di Edward, la distrofia muscolare e altre gravi patologie come ritardi mentali e sordità. In questo modo è possibile scoprire se il neonato è affetto da queste gravi malattie oppure se le sue condizioni di salute sono nella norma.
Come avviene l’amniocentesi e quando bisogna farla
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L’amniocentesi è chiamata in questo modo a causa del processo con il quale viene effettuata: viene infatti prelevata una certa quantità di liquido amniotico, ossia il liquido nel quale si trova il bambino nell’utero. Si tratta di un processo non doloroso ma che provoca comunque un certo fastidio. Dopo aver fatto questo esame generalmente la donna viene tenuta in osservazione per scongiurare il rischio di eventuali complicanze. Inoltre è estremamente raccomandabile non fare alcun tipo tipo di sforzo fisico nei giorni a seguire (come ad esempio rapporti intimi, allenamento, sollevamento di oggetti pesanti) in modo tale da non compromettere il bambino.
Di solito l’amniocentesi viene eseguita dalla quindicesima settimana in poi, anche se è possibile effettuarla anche prima. In questo caso però bisogna prestare la massima attenzione in quanto il fattore di rischio aumenta sensibilmente. L’amniocentesi non è un esame obbligatorio ma è indubbiamente consigliato alle donne incinte che superano i 35 anni di età, ai soggetti nei quali sono presenti malattie genetiche in famiglia, alle donne che hanno avuto delle precedenti gravidanze difficili oppure quando l’ecografia mostra dei risultati non comuni.
Quali sono gli eventuali rischi dell’amniocentesi
Molte donne al giorno d’oggi sono restie all’amniocentesi in quanto essa comporta dei rischi e delle complicazioni di cui bisogna tener conto. Uno dei rischi meno diffusi (con una probabilità dell’1%) è l’aborto. Un altro rischio comunque piuttosto raro è quello di andare a compromettere la placenta con l’ago con il quale si effettua l’esame.Tuttavia anche in questo caso il rischio è molto basso, in modo particolare se l’amniocentesi viene fatta in un centro professionale e specializzato. Molto meno raro e più frequente è un possibile rischio di infezioni che potrebbe andare a compromettere la salute del piccolo nascituro. Nel caso in cui inoltre l’amniocentesi fosse eseguita prima della quindicesima settimana, i rischi e le complicanze aumentano in maniera sensibile.
I Costi dell’esame
Generalmente l’amniocentesi ha un costo pari a zero se viene eseguita da donne che superano i 35 anni di età. Ciò naturalmente accade nei centri pubblici, mentre in quelli privati il costo può variare da un luogo all’altro. Indicativamente il costo rientra comunque in una fascia medio bassa ma naturalmente questo fattore è estremamente variabile. In ogni caso è comunque fortemente consigliato eseguire questo esame in un centro professionalmente valido ed efficiente.